E' stato presentato al Tribeca Film Festival e ha come protagonista Aaron Staton (Mad Men): è L.A. Noire, ed è… un videogame.

Dopo l'ottima performance di Red Dead Redemption, dove Rockstar ha dimostrato di non essere “solo” GTA, ma di puntare su altri brand cercando di esplorare generi e modalità completamente nuovi, arriva un nuovo oggetto misterioso: L.A. Noire.

L.A. Noire (sviluppato da Rockstar assieme al Team Bondi) non è uno dei soliti “simulatori di criminalità” free roaming, che da due generazioni di consolle ci vengono proposti con cadenza stagionale, ma un titolo che appare maturo e intrigante e che promette di discostarsi in maniera decisa dalle passate produzioni Rockstar, trasformandosi (si spera) nel capostipite di un genere nuovo (o comunque molto poco sfruttato).

Si tratta di una detective story ambientata nella Los Angeles del 1947: una città ricostruita con cura maniacale nei dettagli nella quale impersoneremo Cole Phelps, recluta presso la LAPD (Los Angeles Police Department) che deve cercare di scalarne i ranghi passando dalle semplici pattuglie al grado di detective della omicidi. Compito di Phelps quello di usare più taccuino e testa che non la pistola e la sua abilità di guida; infatti pur non mancando le scene d'azione e le sparatorie, a fare la parte del leone sarà tutta la fase investigativa, dalla ricerca di indizi agli interrogatori dei testimoni chiave.

Proprio in questo punto Rockstar ha concentrato la maggiore cura dei dettagli, con elementi spesso riscontrabili solo nelle produzioni cinematografiche migliori. Per ricreare le scene del crimine di L.A. Noire, infatti, sono state utilizzate foto di repertorio scattate dal LAPD e dalla stampa su vere scene del crimine negli anni quaranta. Sarà possibile analizzare qualunque oggetto esaminandolo da varie angolazioni, dando al gioco quella libertà di esplorazione che i pur eccellenti titoli del passato non sempre erano riusciti a trasmettere.

Se siete degli appassionati di polizieschi, degli interrogatori e siete dei novelli Cal Lightman (Lie to Me) non disperate di poter usare le vostre superiori capacità. Infatti, al fine di riprodurre accuratamente le espressioni facciali di sospetti, di colleghi e semplici interlocutori, Rockstar ha adottato la tecnica del MotionScan (con una serie di telecamere disposte a sfera attorno agli attori) per catturare e riprodurre sui modelli CGI ogni minima alterazione e movimento del volto (tic, occhi che si sgranano, tensione del labbro, tremolii del mento ecc ecc) dei personaggi.

Il protagonista è stato interpretato da Aaron Staton, uno dei membri del cast di Mad Men (è Ken Cosgrove), che ha partecipato alle oltre 50 ore di riprese dei dialoghi. Il personaggio di Phelps è stato modellato in tutto e per tutto sulla sua immagine, dando al videogame un respiro ancora più cinematografico, tanto da essere stato presentato al Tribeca Film Festival.

Un titolo decisamente adulto, probabilmente molto al di là della violenza al quale siamo abituati nei vari GTA. Se dovesse avere la metà del senso di oppressione psicologica e di angoscia presente in titoli del passato quali Still Life, Fahrenheit o del recente Heavy Rain, con un mondo e una trama realistici come cornice e avvincenti personaggi come capi della polizia impazienti, poliziotti corrotti, scene del crimine agghiaccianti e false piste, nel corso del prossimo mese avremo in mano (ipoteticamente) una ventina di ore di gioco che potrebbero trasformare L.A. Noire nella nostra “serie poliziesca" preferita degli ultimi anni…