Dopo il resoconto di ieri su Studio Evil, software house che grazie a una campagna di crowdfunding è riuscita ad avviare lo sviluppo di Super Cane Magic Zero, vi proponiamo una piccola intervista a Sio. Il famoso fumettista veronese sta curando l’aspetto artistico del gioco, unendo ciò che gli riesce meglio, disegnare, con ciò che lo appassiona da sempre: i videogiochi.

 

BadGames: Quando hai capito che da grande ti sarebbe piaciuto diventare un fumettista musicane magico?

Sio: L’ho sempre saputo. Non ho mai avuto dubbi. Sono stato molto fortunato, da che ho memoria, ricordo di aver sempre voluto (e declamato di voler) fare il fumettista. La parte del musicane magico è arrivata in corsa.

BG: Quali studi e tappe principali ti hanno portato ad essere uno dei fumettisti più conosciuti e apprezzati del nostro paese?

S: Studi, nessuno. Ho studiato lingue all’università. Anzi, ho sempre fatto un sacco di fumetti al posto di studiare. Poi nel 2006 ho aperto un blog, che è stato notato dall’allora piccola casa editrice Shockdom la quale ha avuto fiducia in me nonostante quello che facevo fosse ancora, per usare un eufemismo, acerbo. Ho pubblicato fumetti con loro online e offline, e poi un giorno ho deciso di provare a fare anche i video su YouTube. È stata una buona idea.

Super Cane Magic Zero screenshot

Super Cane Magic Zero – screenshot

BG: Quando e dove nasce la tua passione per i videogiochi?

S: Mio cugino aveva un NES! Giocavo sempre a Super Mario, Duck Hunt e al platform brutto delle Tartarughe Ninja (non il brawler a scorrimento orizzontale che tutti amano) che però a me piaceva tantissimo! Poi il mio nonno mi ha regalato uno SNES e la mia mamma un Game Boy, consacrando la mia vita definitivamente e per sempre a Mamma Nintendo. Super Nintendo e Game Boy (quello ciccione, il color non l’ho mai avuto fino a un paio d’anni fa) sono stati sicuramente le console su cui ho giocato di più.

BG: C’è un videogioco che più di altri ha ispirato lo stile dei tuoi fumetti?

S: Sicuramente due sono stati fortemente influenti, e guarda caso erano per SNES: Yoshi’s Island e PLOK. Uno considerato da moltissimi (compreso me) un capolavoro, l’altro praticamente sconosciuto ma veramente, veramente di alta qualità. Entrambi però avevano un gusto estetico coloratissimo, bidimensionale e felice che mi è rimasto nel cuore, e che cerco di riprodurre coi miei fumetti. Probabilmente faccio fumetti così semplici in due dimensioni perché sono cresciuto con videogiochi 2D.

BG: Quali sono i tuoi videogiochi preferiti?

S: Il sopracitato Yoshi’s Island. Monkey Island. Tutta la serie di Phoenix Wright. Zelda: Oracle of Seasons (più di Oracle of Ages). Mega Man.

Super Cane Magic Zero screenshot

Super Cane Magic Zero – screenshot

BG: Perché hai scelto Studio Evil? Come è nata la vostra collaborazione?

S: Ci ha messi in contatto lo staff di Lucca Comics and Games, ci siamo piaciuti, loro mi sono sembrati delle persone serie (lavorativamente, altrimenti io con persone troppo serie non ci riesco a convivere) e mi sono detto: “questa è l’occasione che aspettavo per fare un videogioco”.

BG: Non essendo un esperto di game design come si confrontano, modificano e adattano le tue ambizioni artistiche con le necessità di gameplay?

S: Nemmeno io sono un esperto, infatti è molto interessante partecipare alle sessioni di brainstorming per il game design, dove semplicemente a partire dalle idee di narrazione che abbiamo cerchiamo di creare delle meccaniche che stiano in piedi e non siano impossibili tecnicamente. Semplicemente ci chiudiamo in una stanza finché non abbiamo qualcosa che ci soddisfi.

BG: Super Cane Magic Zero verrà localizzato anche in inglese. E’ difficile tradurre in un’altra lingua il tuo particolare stile di scrittura?

S: Non è la cosa più immediata del mondo, ma spesso scrivo fumetti direttamente in inglese perché comunque è una lingua con cui mi trovo molto a mio agio, e poi sarà una bella sfida. Mi piacciono le lingue.

Super Cane Magic Zero screenshot

Super Cane Magic Zero – screenshot

BG: Ti piacerebbe collaborare nella realizzazione di un altro videogioco, magari sempre in partnership con Studio Evil?

S: Cerco di vivere la vita pensando a una cosa alla volta. Prima facciamo questo, poi vediamo.

BG: Credi che il mondo dei fumetti stia subendo particolari influenze dovute al successo economico e mediatico dei videogiochi?

S: Non vedo moltissime influenze in realtà, a parte operazioni come Orfani di Bonelli che sono esplicitamente rifatte a un’estetica videoludica. Alla fine la gente consuma (che brutta parola) fumetti, videogiochi come film o libri per le storie. Possono essere brevi, semplici, lunghe, intricate, spalmate su dieci capitoli di una saga di videogiochi annuali o semplicemente la storia di un uccellino che muore quando tocca i tubi di Super Mario, ma siamo animali che si nutrono di quelle, dopotutto.