Nel 2005 Harmonix pubblica la prima edizione di Guitar Hero, videogioco che riprende l’idea di Guitar Freaks (simulare il fatto di suonare uno strumento premendo tasti del joypad a tempo) con in più un controller a forma di chitarra dotato di 5 pulsanti sul manico. Di due anni dopo invece è la prima versione di Rock Band (che allarga il concetto agli altri strumenti di una band) e poi arriverà Nintendo con Wii Music e infine anche Ubisoft con Rocksmith (tentativo più audace ma necessariamente più di nicchia, perché prevede di giocare con una vera chitarra con vere corde). Sono tutti giochi che si basano sulla musica, sul far suonare il giocatore senza farlo davvero suonare, alla stessa maniera (o quasi) in cui i giochi di calcio fanno giocare a calcio senza giocare a calcio. È l’illusione della simulazione che però nel caso della musica vive di un equilibrio tutto suo tra fomento e rapidità d’esecuzione.

Perché un conto è suonare e un conto è giocare, lo sappiamo bene. Non si tratta so...