Vent’anni fa, in questi giorni, arrivava nei negozi nipponici Poketto Monsutā Aka/Midori, un gioco strano, in due colori – rosso e verde (sostituito da blu in Occidente) – con sulla copertina una specie di dragone con la coda in fiamme per la versione rossa e un lucertolone/pianta per quella verde (un tartarugone armato di due cannoni ad acqua per la versione blu).
Noi occidentali avremmo dovuto aspettare ancora qualche anno – il 1998 per i nostri cugini americani, il 1999 per il vecchio continente – ma l’invasione dei Pocket Monster, dei Pokémon era già iniziata.
A quei tempi avevo 12 anni e, nella vita mi interessavano più o meno tre cose: i videogiochi, il Soldino del Mulino Bianco e scoprire se Jean sarebbe riuscito a salvare Nadia ne Il Mistero della Pietra Azzurra. Avrei molto da scrivere sulle ultime due, in particolare sulla folle decisione che portò Barilla a togliere dal mercato la MERENDINA SUPREMA ma cercherò di concentrarmi sul tema principale.

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