Parliamoci chiaro: nessuno compra Uncharted per il multiplayer. C’è, fa sempre comodo e riesce pure a divertire, soprattutto con gli amici giusti, ma non è come con Call of Duty, dove la campagna in single player è un piacevole riempitivo, nonché un succulento antipasto per la mattanza in rete: è l’esatto contrario.

Sono passati diversi mesi dal fatidico 16 maggio scorso, data di debutto nel nostro mercato dell’ultimo tassello delle avventure di Nathan Drake e lo ammettiamo candidamente: il numero di deathmatch affrontati non è affatto lievitato con il tempo. C’è stata la scorpacciata inziale, più che altro utile per farcene un’idea in vista della recensione, lo abbiamo mostrato ad amici curiosi di vederlo e provarlo, ci ha intrattenuto in qualche serata particolarmente solitaria. Pur riconoscendone l’oggettiva qualità, pur apprezzandone la relativa originalità rispetto alla concorrenza, garantita perlopiù dall’estremo atletismo degli avatar chiamati a fronteggiarsi, non è scattata alc...