Ve lo ricordate Grand Theft Auto III? Quel senso di libertà totale, le auto che scorrazzano liberamente per le vie di Liberty City, i tramonti sull’oceano, i passanti impegnati nelle loro attività? Correva l’anno 2001 e, fin dalle primissime ore, tutti noi appassionati capimmo che quello sarebbe stato il futuro dei videogiochi: non solo mondi sempre più realistici e dettagliati, ma anche la possibilità di esplorare l’ambiente senza alcuna limitazione, vivendo l’avventura con i nostri tempi e le nostre preferenze. Oggi, sedici anni dopo, quel sogno si è trasformato in un incubo: i giochi open world (o free roaming) stanno divorando tutte le produzioni ludiche, solo gli sportivi e, in parte, gli FPS, sembrano immuni dai loro tentacoli.

Addirittura anche Mario pare aver ceduto e Super Mario Odyssey – per quanto probabilmente bellissimo – sembra proporre un modello ludico in cui la progressione lineare classica viene sostituita da un caotico girovagare per pianeti, mondi e dime...