Di recente si è detto e scritto parecchio riguardo la modalità Discovery Tour, infilata da Ubisoft in Assassin’s Creed Origins. Ora, al netto della discutibile faccenda della censura operata su alcuni nudi artistici, l’idea di aprire ai “turisti digitali” determinati mondi di gioco è in sé lodevole e interessante, e tutto sommato è una cosa che la serie Assassin’s Creed insegue più o meno da sempre.

Già nel primo episodio, ma soprattutto a partire dal secondo ambientato in Italia, tra didascalie, immagini, foto, enigmi e menù, venivano messe a disposizione degli utenti tutta una serie di informazioni di taglio culturale a corredo della ricostruzione di questa o di quella città d’arte.
Con il Discovery Tour, Ubisoft ha semplicemente deciso di spendere qualche risorsa in più sulla faccenda e di sganciarla dagli obiettivi di gioco, e presumo lo abbia fatto principalmente per ragioni di marketing. In fondo, una trovata del genere funziona piuttosto bene in termini di comunicazione: è facil...