Il vero ostacolo da sormontare in State of Decay 2, come abbiamo avuto modo di sottolineare nella nostra recensione, non è rappresentato dalla folla di zombie che abita ed infesta ogni anfratto dell’ambientazione che potrete e dovrete esplorare da cima a fondo. La vera difficoltà proposta dall’avventura consiste nel saper creare e mantenere in vita una piccola comunità di sopravvissuti, renderla autosufficiente, equipaggiata di tutto punto, in possesso di sufficienti risorse per non perire miseramente.

La produzione Microsoft, in fin dei conti, è una sorta di gestionale travestito da action in terza persona. Maciullare orde di non-morti ha il suo indiscutibile fascino, oltre che la sua innegabile utilità, ma il cuore pulsante del gioco si annida altrove, per l’esattezza nella complessa ricerca di un delicato ed instabile equilibrio che va mantenuto reperendo continuamente risorse, potenziando le strutture in proprio possesso, edificandone di nuove.