La prima volta che mi approcciai a Red Dead Redemption, non era sicuramente il momento più propizio per farlo. Lo recuperai, a tre anni dalla sua release originaria, su PlayStation 3, pochi mesi prima dell’esordio nel nostro continente della nuova ammiraglia di casa Sony, console che, per forza di cose, avrebbe catalizzato, da lì a poco, la mia attenzione, il mio interesse, tutto il mio tempo libero e non.

All’epoca, lo dico senza alcun timore, lo trovai noioso, ripetitivo, per certi versi contraddittorio, tutti giudizi e sensazioni che, unitamente all’acquisto di una PlayStation 4 fiammante, mi portarono ad abbandonarlo anzitempo, impedendomi un’analisi completa e minuziosa di quello che, quasi all’unanimità, viene riconosciuto come un capolavoro senza tempo, uno dei migliori giochi della passata generazione di console.