Wario è l’antieroe di Mario, per eccellenza. Lo è stato in fase di creazione, perché il suo nome è una crasi tra Mario e Warui (in giapponese significa “cattivo”), e nelle apparizioni videoludiche, la prima in Super Mario Land 2: 6 Golden Coins, come antagonista principale e boss finale. Lo è stato nella carriera editoriale della storia di Nintendo, soprattutto.

Se da un lato abbiamo avuto Mario Party, una serie che fa della competizione family friendly (lasciamo stare che si rovinano le amicizie, quello è un danno collaterale) il suo punto forte, con minigiochi dinamici, accattivanti e genericamente ben costruiti in termini di inventiva e design, dall’altra c’è WarioWare, una compilation di minigiochi deliranti dove, tra le altre cose, bisogna ficcare le dita nel naso di qualcuno.

In WarioWare non c’è nessun tabellone, niente grafiche accattivanti e scenari a tema, ma solo una serie di microgiochi da capire, interpretare e vincere nell’arco di cinque secondi. Sfide che richiedono inpu...