L’anno scorso, fece molto discutere la decisione di Nintendo di esprimersi sul tema della politica nei videogiochi, nel contesto di un servizio dedicato all’emergere di tematiche sociali e politiche all’interno del mondo videoludico. Reggie Fils-Aime disse che l’obiettivo di Nintendo è quello di far sorridere e divertire i giocatori, e che lasciavano il campo delle affermazioni e prese di posizione politiche ad altri sviluppatori. L’affermazione sembrò assolutamente superflua ai più: come si può fare politica con giochi in cui un idraulico salta su dei funghi? In realtà, il tema è molto più complesso, e si scontra con i cambiamenti sociali e culturali che abbiamo affrontato nel corso degli ultimi decenni. Vediamo perché.

Se per politica intendiamo i comizi, le elezioni e le campagne elettorali, è chiaro che il videogioco, esattamente come il cinema e gli altri mezzi di comunicazione, non rientra nella categoria. Ma su cosa agisce la politica, oggi? Nel sec...