Nel 1999 erano usciti Final Fantasy VIII, Donkey Kong 64, Crash Team Racing, System Shock 2, Resident Evil 3 e Grand Theft Auto II, giusto per citare alcune delle produzioni più importanti dell’epoca (e di molte epoche a venire). Giusto un anno prima erano arrivati Half-Life, StarCraft e The Legend of Zelda: Ocarina of Time. Quelli erano gli anni in cui i videogiochi iniziavano a fare il salto di qualità, a capire che potevano essere anche qualcos’altro piuttosto che del semplice intrattenimento pomeridiano per i bambini e gli adolescenti tornati da scuola. In quegli anni usciva anche Metal Gear Solid, l’emblema di quel passaggio verso l’età adulta dei videogiochi, se così possiamo definirlo. Di lì a poco, però, dal Giappone sarebbe arrivato Shenmue, un titolo dalle ambizioni incredibili, tremendamente figlio e allo stesso tempo padre della sua epoca.

L’opera di Yu Suzuki è stata a dir poco seminale, in termini di gameplay e concezione del videogioco stesso. Viene spesso definito il