Sono trascorsi due anni dall’uscita di un’opera di convincimento chiamata NieR:Automata. La definiamo così perché affidarsi ad un nuovo capitolo di una saga durata più di dieci anni ma dal fin lì limitato riconoscimento è stato un vero e proprio salto della fede, nel vuoto. Yoko Taro non era mai riuscito ad avere l’appeal giusto per attirare su di sé le stesse attenzioni che gli avrebbe portato il gioco, un capolavoro a tutti gli effetti, che a distanza di due anni non è stato minimamente scalfito e che si candida per diventare uno di quei titoli che, come si suol dire da un po’ di anni a questa parte, invecchierà davvero bene anche in quelli a venire.

L’aspetto più affascinante di NieR: Automata è che nel trascorrere di questo biennio si è andato a creare un vero e proprio culto attorno al titolo realizzato da Yoko Taro insieme a PlatinumGames, team sinonimo già di per sé di certezza. Eppure ce lo ricordiamo il game designer giapponese quando arrivò a Milano per parlarci del suo...