C’è un’unica costante che si ripresenta ciclicamente ad ogni nuovo titolo pubblicato da Ninja Theory: la sorpresa, l’inspiegabile meraviglia che pervade, pubblico e parte della critica, nel constatare la bontà di quanto progettato, ideato, realizzato dai ragazzi in forza al team inglese.

Reazione di per sé positiva, senza dubbio, che svela in realtà un dettaglio secondario, eppure quanto mai influente sulla percezione che si ha nei confronti della software house. La tendenza, infatti, è quella di sottovalutare continuamente l’operato di Ninja Theory, pratica messa in atto evidenziando le criticità delle loro produzioni, a discapito degli innegabili pregi, spesso paratestuali, effettivamente riconducibili a contesti che esulano e superano lo stesso videogioco.

Lasciando volutamente da parte il controverso Kung Fu Chaos, che seppe comunque appassionare gli amanti dei titoli multiplayer, è stato così sin da Heavenly Sword, titolo che, tutt’altro che casualmente, vanta, tra i molti, la col...