L’impatto, culturale e sentimentale che tutt’ora continua ad imprimere il Game Boy sulla vita, la percezione e le abitudini di milioni di videogiocatori assidui e non è senza mezzi termini inestimabile, difficilmente descrivibile, inutilmente riassumibile in un unico discorso.

Dall’ormai lontanissimo 21 aprile 1989 sono passati trent’anni e nel mentre si sono avvicendate numerose generazioni di console, siamo diventati videogiocatori diversi, abbiamo abbracciato e poi ripudiato innumerevoli trend. Eppure, quando ci troviamo a smanettare con la rotellina che gestiva e gestisce il contrasto del display del portatile della Grande N, nell’inutile tentativo di vederci qualcosa, le emozioni sono praticamente le stesse di sempre, dominate da un potente mix di stupore ed adrenalina, di cui una più recente patina di nostalgia non può che fungere da malinconico catalizzatore.

Con la sua scala di grigi, con l’insaziabile bisogno di nuove batterie, con le gracchianti musiche generate da un chip au...