Sentenziare perentoriamente, non senza un pizzico di supponenza, che Microsoft avrebbe potuto e dovuto fare di meglio, è certamente facile. Sbavature, cadute di stile e dimenticanze, non sono certo mancate, come non mancheranno mai in show di questo genere. Eppure, muovere delle risentite lamentele significa peccare di ingordigia, quando non di faziosità, visto l’arsenale sfoderato, mantenendo sempre un ottimo ritmo, tra l’altro, nell’ora e mezza di conferenza che ha ufficialmente dato il via all’E3 della casa di Redmond.

Pur libero dall’ingombrante presenza di Sony, il publisher americano ha ben deciso di non tradire la sua strategia, di non rinunciare a quell’identità che sta (ri)costruendo da ormai tre anni a questa parte, proseguendo nel piano a lunghissimo termine che, E3 dopo E3, ha visto e vede, ancora una volta, un’unica vittima: Xbox One.

Autentica console di passaggio, bruciata e compromessa agli occhi dell’utenza sin dal giorno della sua presentazione, nell’ormai lonta...