Blizzard Entertainment è in questi giorni nell’occhio del ciclone per aver sospeso per sei mesi dalle competizioni Chung “Blitzchung” Ng Wai, giocatore professionista di Hearthstone che nel corso del live stream di una competizione dedicata ai giocatori asiatici e del Pacifico ha espresso il suo sostegno ai manifestanti di Hong Kong, auspicando una città libera e indipendente e una “rivoluzione dei nostri tempi”. Per tali posizioni la compagnia prima l’aveva sospeso per un anno e aveva revocato il suo premio in denaro, poi, in seguito alle polemiche sorte attorno a tale scelta, è tornata sui suoi passi, dimezzando il ban e restituendo la somma vinta. Non è bastato questo a placare le critiche, che sono state espresse persino dal suo interno, dalla stessa sede di Irvine, California. E un altro caso è arrivato a soffiare sul fuoco.

Nei giorni successivi all’accaduto la squadra di Hearthstone della American University di Washington, composta da tre membri, ha anch’essa mostrato il proprio supporto ai manifestanti di Hong Kong, sollevando nel corso di una partita trasmessa live un cartello con su scritto: “Hong Kong libera, boicottate Blizzard”. Dalla compagnia non è arrivata nessuna punizione e la squadra ha deciso volontariamente di non partecipare ai tornei futuri. Ora però sono stati sospesi anche loro per sei mesi, come ha riferito Casey Chambers, uno dei membri del team, sul proprio profilo Twitter, con uno screen della mail a loro mandata da Blizzard, nella quale si legge:

 

Per Blizzard ogni voce conta e incoraggiamo tutti i membri della nostra comunità a condividere i loro punti di vista nei molteplici luoghi disponibili per esprimere il loro pensiero. Le tramissioni ufficiali devono però essere incentrate sul gioco e sulla competizione ed essere un luogo nel quale tutti si sentano benvenuti.

 

Kotaku ha contattato Blizzard chiedendo di esprimersi sull’accaduto, ma non ha ricevuto risposta.

 

 

Fonte: Kotaku