In un’intervista rilasciata a IGN, J. Allen Brack, il presidente di Blizzard, è tornato a parlare del caso Blitzchung, ovvero la sospensione del giocatore di Hearthstone Wai “Blitzchung” Chung in seguito al sostegno da lui espresso nel corso di un torneo ufficiale ai manifestanti di Hong Kong. Un avvenimento che ha provocato reazioni sdegnate da parte dei giocatori, che in esso hanno visto un’enorme limitazione alla libertà di espressione. Numerosi manifestanti hanno organizzato proteste anche in occasione della da poco terminata BlizzCon 2019.

Brack ha rivelato a IGN come tutta la situazione, per coloro coinvolti, sia stato un incubo:

 

Crediamo fermamente nella libertà di espressione. Io personalmente ci credo davvero molto. Quindi dalla mia prospettiva è interessante essere coinvolto come manifestante. I manifestanti sono benvenuti. La protesta è parte di quella che riteniamo essere la nostra cultura. Credo che questo sia stato un incidente umliante per Blizzard, su tutta la linea, se pensiamo al modo in cui si è sviluppato, quasi a prendere vita propria. Credo che dobbiamo ancora lavorare molto nel pensare a come prevenire che qualcosa del genere succeda ancora. È stato, credo, un incubo per tutti coloro coinvolti.

 

Brack ha anche spiegato la situazione legata al post pubblicato sull’account ufficiale Weibo di Hearthstone, che condannava il sostegno espresso da Blitzchung ai manifestanti di Hong Kong:

 

Legalmente non siamo autorizzati a pubblicare i nostri giochi in Cina, dobbiamo avere un partner, in questo caso Netease. È una loro affermazione, scritta da loro impiegati. Non è qualcosa che abbiamo approvato o che avremmo approvato. Non è qualcosa che rappresenta in alcun modo Blizzard.

 

 

Cosa pensate delle nuove dichiarazoni di Blizzard sul caso Blitzchung? Fatecelo sapere nei commenti!

 

Fonte: IGN