Tra i punti di forza dell’appassionante Control, tra i giochi candidati a titolo dell’anno ai prossimi Game Awards, è doveroso citare l’ottima e complessa trama che tiene con il fiato sospeso l’utente sino ai titoli di coda.

Sfaccettata, profonda e densa di suggestioni, ha fatto la gioia di tutti coloro che in un videogioco cercano anche una storia ricercata e caratterizzata da personaggi ben scritti.

Non è affatto un caso che dietro a questo piccolo traguardo si celi Remedy Entertainment, software house famosa per giochi come Max Payne, Alan Wake e Quantum Break che a loro modo hanno adottato e sviluppato soluzioni narrative innovative, quando non in anticipo sui tempi.

Con Control la magia si è ripetuta, offrendo all’audience un intreccio chiaramente postmoderno, che nel suo svolgimento piuttosto che semplificare e chiarire la situazione, creava ulteriori quesiti, confondendo ulteriormente il videogiocatore, comunque stimolato da tematiche tutt’altro che scontate a prendere una posizione, quando non a riempire i passaggi più oscuri con supposizioni personali.

Intervistato in merito da GamesBeat, Sam Lake, creative director del gioco, ha spiegato il perché di una trama del genere, spiccatamente affine ai precetti del New Weird, genere di narrativa, sviluppatosi a partire dagli anni novanta, caratterizzata dalla presenza di elementi fantasy mischiati con altri fantascientifici.

 

Volevamo proporre qualcosa di affine al genere New Weird, che si distingue per questo approccio che tira in ballo cose che non si possono comprendere appieno, che non possono essere spiegate in modo soddisfacente.

A bilanciare questa incomprensibilità delle cose, devi incentivare lo spettatore a farsi una propria idea su quello che sta accadendo, ma anche per questo chi scrive la storia deve stare attento a non dire mai troppo. E’ come camminare su una corda tesa, in modo che tutti abbiano abbastanza elementi per crearsi una propria teoria, ma non abbastanza da togliere la possibilità agli sceneggiatori di dare la loro tra le righe.

Ed è proprio questo a rendere così eccitante ai miei occhi il genere del New Weird. Leggo questo tipo di storie perché trovo interessante quando qualcosa è scritto bene e al tempo stesso mi fa sentire non abbastanza intelligente per capire tutto.

Solitamente arrivo al punto in cui non mi interessa nemmeno capire l’esatto senso della storia. E’ un po’ come la vita, che ci confonde di continuo e in cui non ci sono risposte certe. Credo che l’arte dovrebbe fare lo stesso, senza alcun bisogno di raccontarti tutto per bene, a patto che sia arte ben fatta.

 

La trama di Control, insomma, è volutamente oscura ed enigmatica. Voi che teoria vi siete fatti sulla storia e sul finale in particolare? Scrivetecelo nei commenti, stando ben attenti a non eccedere con gli spoiler.

 

Fonte: Gamingbolt