Con buona pace dei detrattori, dei dubbiosi, e di chi ha remato volutamente contro (videogiocatori, ma anche analisti del settore), Nintendo Switch a tre anni dal lancio si è rivelato un successo oltre ogni aspettativa. Secondo le prospettive potrebbe arrivare facilmente a cento milioni di console vendute nel suo ciclo vitale (al momento è intorno ai 41 milioni). E non che di dubbi non ce ne fossero, eh, tutt’altro! L’epoca Wii U ha segnato probabilmente il periodo più nero della storia della Casa di Kyoto, ed era difficile immaginarsi cosa avrebbe potuto tirare fuori dal cilindro per riprendersi da quella debacle senza precedenti: una console ibrida portatile-fissa, con dei controller minuscoli che si possono staccare (e lo spettro dei motion control che fa venire ancora i brividi), edun hardware che già al lancio era pari se non inferiore alla concorrenza.

E poi non c’era Netflix.

Era lecito avere dei dubbi, anche più che lecito, ovviamente, ma Nintendo ha dimostrato ancora una volta che puntare sulla creatività e l’unicità dell’esperienza è la cosa giusta. E i risultati lo dimostrano.

 

The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 banner

 

Alle prime luci del 2020, Nintendo Switch ha un parco titoli impressionante tra esclusive, porting illustri e riproposizioni di vecchi franchise. Tra questi uno dei migliori videogiochi della generazione, ovvero The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ben due giochi Pokémon e un Super Mario Odyssey che ha saputo ricordare per un attimo i fasti della serie Galaxy.

Per non parlare del fatto che è diventato un porto sicuro per le produzioni indipendenti, videogiochi che su Switch hanno letteralmente una seconda vita e che escono addirittura in esclusiva temporale in molte occasioni (vedi Hollow Knight). Poi c’è una seconda versione console, quella Nintendo Switch Lite che aggredisce con violenza il mercato dei più giovani e degli orfani di 3DS.

 

 

Alla luce di tutto ciò, il 2020 sarà un anno a dir poco fondamentale per Nintendo. Alcuni dei grandi franchise noti dell’azienda sono già stati usati, ci sono molti titoli rinviati e alcuni rimasti in silenzio per troppo tempo (Bayonetta 3 e Metroid Prime 4, tra i tanti), ma soprattutto lo spettro della nuova generazione di console che rischia di far apparire il divario tecnologico di cui sopra in maniera ancora più inquietante.

La grande domanda a cui dovrà rispondere Nintendo è: cosa succede nel 2021? Già, perché alla fine del 2020 saranno sul mercato PlayStation 5 e le nuove piattaforme di Project Scarlett (tra cui Xbox Series X), e la Casa di Kyoto dovrà dare prova di forza per riuscire a entrare nel 2021 con il giusto piglio.

 

The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2

 

Perché se il lancio di The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 in contemporanea con le nuove console sarebbe un segnale di presenza molto importante, sul lungo periodo ci vuole qualcosa per consolidare ulteriormente la posizione di Nintendo Switch sul mercato. La console ibrida ha attualmente riempito un vuoto che mancava: quella sensazione di novità riguardo un hardware videoludico.

Sono state infatti le proprietà intellettuali a “salvare” PlayStation 4 ed Xbox One, che altrimenti si sono presentate come console concettualmente già vecchie al day one. Magari PS5 e Scarlett saranno altrettanto tradizionali, ma se non fosse così? Ci vogliono ancora tanti videogiochi, e di qualità, talmente tanti da rendere l’acquisto di Nintendo Switch praticamente imprescindibile.

 

Animal Crossing: New Horizons banner

 

Animal Crossing: New Horizons (20 marzo 2020) rischia di diventare il nuovo Pokémon per la Grande N. Se pensiamo alla sovraesposizione che ha avuto un franchise come Fire Emblem negli ultimi anni, da videogioco di nicchia a premio del pubblico e come miglior strategico ai The Game Awards 2019, quello di Animal Crossing ha tutte le carte in regola per diventare il marchio intorno a cui Nintendo può lavorare per trasformarlo in un brand a tutto tondo. È un videogioco alla portata di tutti, piacevole e godibile, e grazie alla grande popolarità di Switch può diventare tranquillamente uno dei titoli più importanti del 2020.

Insieme a Dr. Kawashima’s Brain Training e Tokyo Mirage Session FE Encore riuscirà a trainare rispettivamente l’utenza più giovane e/o casuale, e invece quelli più attenti alle produzioni di nicchia e particolari. Nonché a tutti coloro i quali hanno snobbato Wii U pur rimanendo affascinati dal parco titoli della sfortunata console dotata di paddone. Nei videogiochi di nicchia inseriamo anche Deadly Premonition 2, che dà una seconda possibilità al franchise di Swery.

 

 

Nel 2020 continueranno i porting ma, probabilmente, sarà l’ultimo anno in cui vedremo così tanti multipiattaforma su Switch. Tra questi il più considerevole è senz’altro Doom Eternal, ma non sarà di certo l’unico che vedremo nel corso dell’anno. Ma anche per questo motivo c’è bisogno di rinforzare in maniera massiccia il parco titoli di esclusive, o almeno di produzioni che possano girare su Nintendo Switch in tranquillità. Perché accogliamo Overwatch con piacere pur con qualche smorfietta di disappunto, ma per Overwatch 2 le cose dovranno essere molto diverse.

Per fortuna gli annunci, pur privi di data per la maggior parte, ci sono stati e vanno a comporre un 2020 interessante. No More Heroes III, Trials of Mana, Xenoblade Chronicles: Definitive Edition (dicevamo delle seconde possibilità?), Bravely Default II. Questi sono alcuni dei progetti che vedranno la luce su Nintendo Switch, e basterà solamente attendere una data.

 

 

Non c’è però quel titolo in grado di dominare la seconda metà dell’anno, ovvero il momento in cui si inizierà a parlare incessantemente di console di nuova generazione, con l’E3 2020 alle spalle e tante idee sul futuro. Hideki Kamiya ha recentemente dichiarato che i lavori su Bayonetta 3 procedono bene, e facendo il proverbiale uno più uno è lecito aspettarsi un Direct incentrato sulle nuove uscite in cui apprenderemo che il 2020 sarà l’anno del ritorno della strega di Platinum Games. Breath of the Wild 2 è più una scommessa che altro, e al momento non abbiamo nessun altro grande titolo.

Metroid Prime 4 potrebbe essere la sorpresa inattesa, con uno sviluppo più veloce di quanto previsto e un’uscita addirittura entro la fine dell’anno. Ma sono anche tanti i franchise che Nintendo potrebbe riproporre, magari con titoli “doppia A” o produzioni meno blasonate. Star FoxF-Zero sono i primi due che ci vengono in mente, i quali, anche per testare l’umore del pubblico, potrebbero essere riproposti con titoli più modesti, così che nel caso non andassero bene il danno non sarebbe esagerato.

 

 

Una nuova Nintendo Switch all’orizzonte?

C’è un ultimo, grande interrogativo che riguarda il futuro di Nintendo Switch, e che passa obbligatoriamente per l’hardware: dopo Lite, vedremo un modello Pro della console? Pensando al passato, Nintendo ha fatto operazioni del genere con le console portatili, ma non con quelle casalinghe. La famiglia 3DS è diventata gigantesca negli anni, mentre GameCube, Wii e Wii U non hanno visto riedizioni verso l’altro ma, al massimo, verso il basso (come Wii Mini). Ma Switch è appunto ibrida, e una Nintendo Switch Pro non è del tutto improbabile.

Ma servirebbe? Difficile dirlo. Per riuscire a competere con i nuovi hardware di Sony e Microsoft ci vuole un hardware del tutto nuovo, che per garantire delle prestazioni simili sarà per forza di cose più generoso nelle dimensioni (pensate solo alla batteria). La soluzione potrebbe essere quella di creare una versione di Switch completamente casalinga. Perché se Lite è incentrata sulla portabilità, Pro dovrebbe essere a questo punto una console prettamente casalinga.

 

Nintendo Switch Lite banner

 

Lo scenario ha effettivamente senso, a pensarci. In quello che è il quarto anno di vita della console, il 2020, gli utenti si ritroverebbero di fronte a una vera e propria famiglia di console per tutte le esigenze: portatile, ibrida, casalinga. Un po’ come è successo per le recenti console mid-gen, i giochi potrebbero girare ancora meglio su Pro, abbassando quindi di poco il divario tra attuale e prossima generazione.

In attesa di puntuali e prevedibili Direct chiarificatori, il 2020 di Nintendo dovrà essere necessariamente pieno di conferme. Servirà anche lungimiranza, e un altro po’ di coraggio. A questo proposito c’è un’altra cosa che potrebbe aiutare la transizione verso la nuova generazione: una revisione totale delle politiche dei prezzi. Nintendo, parimenti ad Apple, se vogliamo, tiene molto alle sue proprietà intellettuali e per non svalutarne l’immagine difficilmente abbassa i prezzi, delle sue esclusive come dei porting. Questi ultimi, in particolare, costano spesso dai 20 ai 30 euro in più rispetto alle controparti su altre console. Cominciare ad aggredire in maniera più efficace le tendenze dei saldi è una cosa che Nintendo dovrà cominciare necessariamente a fare dal 2020.