A quanto pare noi appassionati non saremo gli unici a soffrire per il rinvio di Cyberpunk 2077 a settembre. Come vi abbiamo riportato in un articolo pubblicato ieri, difatti, CD Projekt RED ha ufficialmente comunicato lo slittamento dell’esordio della sua creatura, probabilmente per sfruttare in qualche modo l’arrivo della next-gen targata Sony e Microsoft.

Sembra che questo ritardo si tramuterà in diversi straordinari per gli addetti ai lavori, certo con più tempo per ovviare a qualche magagna riscontrata solo all’ultimo minuto, ma costretti a recuperare il tempo perduto affinché il gioco possa presentarsi sul mercato nella forma migliore possibile.

Adam Kiciński, executive della software house, nel corso di un incontro con gli investitori ha voluto chiarire quest’aspetto, fondamentalmente confermando che gli sviluppatori saranno chiamati ad un breve, ma intenso periodo di super lavoro. Nel corso del suo intervento Adam ha dichiarato:

Per certi versi, si, i nostri ragazzi saranno costretti a qualche straordinario. Limiteremo il più possibile il crunch time, ma siamo ormai allo stadio finale. Proveremo ad essere ragionevoli a questo proposito, ma ad essere onesti gli chiederemo qualcosa in più.

Non è la prima volta che sentiamo parlare di crunch time nel mondo dei videogiochi. Quasi tutti i publisher, prima o poi, sono stati accusati da ex dipendenti rimasti anonimi di dover sottostare a turni di lavoro massacranti. Si tratta, purtroppo, di una piaga del settore che è difficile da eradicare. In questo senso, va apprezzata la sincerità di CD Projekt RED che, forse, proprio per evitare qualsiasi polemica, ha preferito comunicare sin da subito le intenzioni dell’azienda.

Vi ricordiamo che la nuova data di release di Cyberpunk 2077 è il 17 settembre 2020, ben cinque mesi dopo la data precedentemente annunciata. L’attesa per il comparto multiplayer del titolo, che forse avrà le fattezze di una produzione a sé stante, sarà ancora più lunga, visto che non arriverà prima del 2022, come vi abbiamo riportato in questo articolo.

 

Fonte: Eurogamer