Nel corso della nostra frenetica vita da videogiocatori, in costante equilibrio tra un Final Fantasy VII Remake e un The Last of Us Part II, la presenza di opere come Flower può quasi essere definita come “salutare”.

Passiamo le nostre giornate ad attendere titoli Tripla A e a bramare l’arrivo di una qualsiasi Remastered proveniente dal nostro passato. Se ci ragioniamo, effettivamente, il mercato dei videogames non si discosta poi molto da quello cinematografico, dove possiamo trovare un calo di idee che spinge le major a investire sui facili incassi dati dai blockbuster e sulla trasposizione di storie provenienti da altri media.

Ovviamente stiamo generalizzando, visto che esistono ed esisteranno sempre piccole realtà che decidono e decideranno di andare controcorrente, immettendo nel settore piccole perle, che spesso, purtroppo, vengono date in pasto ai porci. Molto spesso, infatti, si tratta di opere che difficilmente potranno incassare grandi cifre economiche, ma c...