Le aspettative riguardo a Cyberpunk 2077 sono tuttora piuttosto alte, nonostante il rinvio a settembre che ha di fatto smorzato un po’ l’hype per quella che doveva essere un’uscita imminente della prossima primavera. A tenere accesa la fiamma della curiosità, però, ci ha pensato John Mamais di CD Projekt Red, raccontando il ruolo e la genesi di una particolare categoria di missioni secondarie per Cyberpunk 2077.

 

 

Queste missione sono state rinominate “street stories“, e all’interno del gioco ne sono state pensate ben 75 tutte differenti. Sì, perché come racconta lo stesso Mamais, le street stories sono delle missioni secondarie ridotte, simili ai Contratti di The Witcher 3, per capirci, senza grandi cinematiche e totalmente focalizzate sulla narrazione, che permettono di ampliare la conoscenza del mondo di gioco e allo stesso tempo di far salire di livello il protagonista.

Queste 75 street stories non sono delle missioni secondarie che si ripetono in loop, tutte uguali, bensì del materiale vivo e pulsante creato su misura da un team di 15 persone, come ha spiegato Mamais:

 

In The Witcher 3 abbiamo creato gli elementi dell’open world molto tardi nel processo di sviluppo, con solamente due o tre persone che ci lavoravano, o qualcosa del genere. Ora ci sono 15 persone che svolgono queste ricerche per l’open world. Le street stories sono tutte fatte su misura, nulla viene generato automaticamente. Ci sono modelli fissi che i ragazzi del team possono utilizzare, ma ognuno è personalizzato per farli sentire unici. Il mondo sarà pieno di quella roba. Dovrebbe essere davvero bello.

 

Insomma, sembra proprio che il mondo di Cyberpunk 2077 sarà denso e coinvolgente proprio come ci aspettiamo. Vi ricordiamo che il gioco sarà disponibile il prossimo 17 settembre 2020 su PlayStation 4, PC e Xbox One, e che se volete farci sapere cosa ne pensate di queste street stories potete lasciare un commento qui sotto oppure sui nostri canali social.

 

Fonte: Gaming Bolt