Hideo Kojima, il creatore di Metal Gear Solid e del più recente Death Stranding, è famoso anche per le sue idee folli, che spesso sono riuscite nell’intento di spiazzare completamente gli utenti. Utenti che, però, risultano talvolta essere più folli del celebre game designer.

È il caso di Reetae27, uno youtuber che sembra aver particolarmente apprezzato l’opera prima di Kojima Production, tanto da lanciarsi in una stravagante sfida contro il gioco e contro sé stesso.

 

 

Per coloro che non lo sapessero, in Death Stranding potremo far bere a Sam Bridges (il protagonista interpretato da Norman Reedus) la nota bibita energetica Monster, che spingerà il nostro eroe a sentire un particolare stimolo alla vescica. Tra le meccaniche previste dal gioco, infatti, c’è quella di urinare per creare dei funghi che, se raccolti, permetteranno a Sam di ripristinare la propria vita.

Reetae27, invece, ha ben pensato di sfruttare lo stimolo di andare in bagno di Sam per una missione ben più complicata: scrivere il proprio nome sulla neve con l’urina di Sam.

Una missione che si è rivelata più impegnativa del previsto, dato che nel gioco non erano presenti dei ponti dai quali poter compiere il folle gesto. Lo YouTuber non si è comunque arreso e ha impiegato il proprio tempo e le proprie risorse per crearne uno, in modo da scegliere anche la location esatta per imprimere il proprio nome nel mondo di Death Stranding.

 

 

In seguito alla scoperta che l’urina non colora di giallo la neve, ma riesce comunque a modificarne la forma, Reetae27 ha continuato imperterrito a perseguire il proprio obiettivo. Dopo 15 ore, diluite in due settimane di tempo, il ragazzo è finalmente riuscito nella propria impresa, come potete vedere dal video qui sopra. Intervistato da Polygon, lo YouTuber ha affermato che:

 

Il fatto di poter trattenere sino a 1000 ml di urina ha reso il gioco estremamente permissivo, dato che il corpo umano difficilmente può superare i 500 ml. Fortunatamente, Kojima non si è fatto limitare da questo dettaglio.

 

L’ennesima prova di come un singolo videogame possa contenere diverse sfumature ludiche.

 

Fonte: Polygon