Disciolto nel codice che compone Beat Saber c’è la stessa magia che rese tanto divertente ed indimenticabile Donkey Konga, ennesima perla di una console, il favoloso Game Cube, dai più fin troppo sottovalutata. A rendere tanto speciale la creatura della Grande N non c’era soltanto una ricchissima playlist e delle meccaniche di gameplay profonde e raffinate. C’era una fisicità tutta tribale, primitiva, ancestrale. Nel battere le mani a ritmo, nel colpire le due casse del bongo mentre si veniva risucchiati dal ritmo trascinante della musica ci si sentiva quasi proiettati in luoghi e tempi inspiegabilmente noti, ma al tempo stesso indefiniti, sconosciuti, dimenticati.

Beat Saber fa leva sulle stesse suggestioni, immergendo il videogiocatore in un mondo digitale pulsante, che pretende un’interattività partecipata, quanto mai dinamica, coinvolgente, quando non ipnotica, anche per tutti coloro che semplicemente assistono alla performance di chi sta effettivamente giocando.

Beat Saber screenshot

Come è facile intu...