La nostalgia è una cosa bella, rende i ricordi più dolci e nasconde i piccoli o grandi dolori. Così gli anni del liceo diventano un irripetibile paradiso fatto di poche responsabilità e tanto divertimento, mentre quelli che allora sembravano drammi esistenziali – le picche dalla più carina della classe, un quattro in latino – si perdono fra le curve della memoria. Non possiamo farci nulla, è il nostro cervello a funzionare così: migliaia di anni d’evoluzione hanno permesso alla nostra mente di creare uno straordinario meccanismo difensivo, col passare del tempo le brutte esperienze, a volte addirittura i traumi, sbiadiscono; l’inconscio ci libera dagli ostacoli e fa in modo che l’esperienza appresa rimanga ma prova a depurarci dalla negatività assoluta.

Chi scrive, come buona parte di chi legge, ha incontrato i videogiochi da giovanissimo e oggi i titoli più anziani sono...