Non troverete un roguelite più frenetico di Dead Cells, né uno che vi spingerà con ugual foga incontro alla morte, perché se nel genere di appartenenza la dipartita, per quanto onnipresente, è sempre da evitare, qui è quasi un obiettivo da perseguire in maniera gloriosa per il giocatore, che ovviamente innalzerà sovente al cielo lacinanti maledizioni, ma che il più delle volte si ritroverà a commentare con soddisfazione quella morte ottenuta in maniera così onorevole, dopo essersi lanciato a testa bassa per le inquietanti aree del gioco, aver massacrato molteplici nemici e aver ottenuto una reale progressione nel gioco grazie alle preziose cellule ad essi strappate.

Senza che un minimo di storia spieghi il perché infatti ci si ritrova nel corpo senza testa di un prigioniero, posseduto da un grumoso e poltiglioso ammasso di cellule verdi. Solo occasionali linee di dialoghi con i bizzarri personaggi che s’incontrano procedendo tra i livelli svelano sempre nebulosi aspetti della tra...