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Dear Esther non è un videogioco, perlomeno non nel senso tradizionale del termine

Realizzato tramite un finanziamento dell’università di Portsmouth, il nuovo capolavoro indie di Robert Briscoe arriva finalmente sui nostri hard disk…

Non-essenza in un non-luogo. Movimento senza cinetica, rumore senza suono, significante senza significato. 

Sull’isola, solo la destinazione ha importanza. 

E mentre la inseguiamo, la cima, il punto d’arrivo, quella voce continua a parlarci, a pregarci di ascoltarla. E’ la verità che vuole dirci? O è solo follia?

Realizzato tramite un finanziamento dell’università di Portsmouth (Hampshire, Regno Unito), Dear Esther nasce come mod di un illustre sparatutto in prima persona, Half Life 2. Per coloro che non avessero familiarità con il termine, una “mod” (esteso: modification) è una versione modificata di un gioco di cui sia stato distribuito gratuita...