Va dato atto a Quantic Dream di avere avuto tanto, tantissimo coraggio nello scegliere le tematiche di fondo di Detroit: Become Human, perché del rapporto tra esseri e umani e androidi è pieno ogni tipo di scibile culturale, e non stiamo parlando solo delle produzioni di Asimov e Philip Dick, che pur ondeggiano su qualunque opera del genere, immani spade di Damocle pronte a cadere e a tranciare anche la più curata e articolata delle idee, perchè non è mai vero che di un qualunque argomento si sia già detto tutto, che sia stato del tutto esplorato, ma ci rendiamo conto di quanto possa essere difficile pensare qualcosa di nuovo sull’umanità e sulla vita sintetica in un mondo nel quale esiste Blade Runner? Dove vola, la mente del giocatore, ogniqualvolta ascolta pronunciare ad un un androide la frase “non voglio morire”? Ad uno dei monologhi più noti della storia del cinema.

E allora il team di sviluppo si è dovuto sforzare nell’imbastire un’opera fitta, ricca, densa, im...