Ma quanto è bello Dragon Quest VII: Frammenti di un mondo dimenticato, quanto è dolcemente, ingenuamente, genuinamente vecchio stile. Ammicca ed accarezza, si infila facilmente nel cuore del giocatore che è cresciuto con i giochi di ruolo giapponesi dell’epoca 16 bit, senza sforzo alcuno, perché con lui stipula una sorta di contratto, quasi un matrimonio: “vuoi tu giocatore tornare indietro di vent’anni, riprovare emozioni e sensazioni del tempo? Io sono qui per te, non ti prometto modernità né innovazione, baso la mia essenza su un sistema di gioco semplice, mi ammanto di nostalgia ludica, vieni anche tu sotto questa copertina”. E lui ci casca come un salame. C’è familiarità nella riedizione per Nintendo 3DS del gioco, c’è un tempo che, come il mondo del gioco, è stato incrinato dal suo scorrere, ma si ricompone pezzetto per pezzetto, andando a formare, lo diciamo senza timore di essere smentiti, una delle opere ruolistiche tradizionali più importanti di sempre...