Tutti fanno la stessa cosa. Nessuno escluso.
Si siedono di fronte allo schermo, inforcano il visore e tentano di afferrare il freno a mano, di abbassare i finestrini azionando il pulsante, di giudicare la qualità costruttiva degli interni toccando le plastiche dell’abitacolo.

Una volta in marcia ci si comincia a guardare attorno, stupiti, sentenziando, nel giro di un paio di rettilinei, che c’è stato un prima, molto più statico anche se in possesso di volante e postazione di guida, e un dopo, in cui il corpo diventa realmente parte integrante dell’esperienza che vuole e può offrire un racing.

Driveclub VR screenshot

Gli sviluppatori hanno ben pensato di liberare il più possibile lo schermo da qualsiasi indicatore e icona. La maggior parte delle informazioni, relative ai tempi sul giro e obiettivi raggiunti, vengono visualizzati dalla strumentazione di bordo dell’auto di turno. Una trovata piuttosto azzeccata.

Affiancati da un avversario ci si volta per calcolare se l’ostacolo si frappone tra noi e la traietto...