La perfezione geometrica del dolore, il plumbeo e pesante silenzio della solitudine, l’insostenibile leggerezza del proprio corpo. Sono schizzi di acquarelli e costruzioni esotiche in decadimento a esprimere con infinita grazia la storia di GRIS, titolo sfornato dal barcellonese Nomada Studio e distribuito da Devolver Digital per Steam e Nintendo Switch. Avevamo davvero bisogno di un’avventura narrativa particolare e introspettiva, soprattutto in questo periodo dell’anno in cui si tirano le somme di quanto fatto e in cui insorge prepotente la necessità di prendersi un momento di stacco e di riflessione. Così ci arriva un regalo inaspettato: una manciata di ore che evidenzia come l’unione tra arte e videogioco sia un amalgama potente, in grado di amplificare enormemente il messaggio inviato dagli sviluppatori, pur in assenza di dialoghi (o forse ancor di più grazie a questo).

Sin dall’inizio siamo proiettati in un mondo dalle fattezze distopiche, frutto dal background emotiv...