Questo per me non è un periodo facile. Anzi, è davvero complicato. L’ho capito il primo giorno di aprile, quando molte delle cose a cui tengo di più hanno iniziato a sgretolarsi. Un momento di vita in cui devi fare i conti con un presente ingiusto, con un futuro incerto e con un passato che, al netto dei sentimenti contrastanti, è impossibile da dimenticare. E se è vero che nulla accade per caso, è successo che proprio in questi giorni ho avuto modo di giocare Heaven’s Vault. L’ultima produzione di team inglese Inkle Studios gioca infatti, come da tradizione di questo talentuoso team di sviluppo, con le parole. Nella serie Sorcery, tratta dai librigame di Steve Jackson, la narrativa danzava con il game design a flusso continuo, mentre l’ancor più apprezzato 80 Days era un tour intorno al mondo dagli epiloghi differenti. In questo caso, la lingua scritta e parlata assume un valore ancora più peculiare, fresco ed emozionale come pochi, descrivendo un’avventu...