Serve pazienza, costanza, fiducia. Molta pazienza, enorme costanza, incrollabile fiducia. Kingdom Come: Deliverance non è il classico gioco che scommette sul colpo di fulmine, un action-RPG che stordisce con un roboante preludio e che, sin dall’incipit dell’epopea, pone in risalto le caratteristiche salienti che costituiranno e sosterranno il gameplay. Non c’entra il presentarsi male, né il team di sviluppo ha peccato di inesperienza, agghindando con cattivo gusto un’introduzione che avrebbe potuto essere certamente più snella e godibile.

Il fulcro della questione è molto più evidente di quanto potrebbe sembrare, intuibile non appena ci si scopre imprigionati, è proprio il caso di usare questo termine, nei panni di un modesto ed umile fabbro della Boemia del XV secolo. Abituati come siamo all’immedesimarci in protagonisti dotati di evidenti quanto indiscutibili qualità e abilità, frutto di un intensivo allenamento, quando non di un’innata e spesso inspiegabile inclinazione (sovra)natur...