MediEvil, l’imperfetto remake, perfetto per i nostalgici | Recensione
Esaltazione o scetticismo. Non c’erano altre reazioni possibili nell’apprendere che, presto o tardi, avremmo rivestito i panni di Sir Daniel Fortesque in un remake tanto sperato, quanto temuto vista la natura del gioco, gli anni trascorsi, le conquiste tecnologiche e ludiche effettuate nel frattempo.
Del resto, a ben vedere, MediEvil era un gioco “rotto” già all’epoca della sua prima apparizione. Se abbiamo amato la suggestiva avventura proposta per la prima volta nel 1998 su PlayStation, lo abbiamo fatto per la trama, l’atmosfera, l’ironia che permeava ogni anfratto della pur inquietante Gallowmere. I salti, il tragicomico combat system, il sistema di controllo in generale, quelli non li amavamo allora, non li avremo certo tollerati sul finire del 2019.
C’era anche dell’altro, tuttavia, una preoccupazione meno tangibile, forse, ma non per questo secondaria, che ci faceva temere che le cose potessero andare tremenda...
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