Per il Lakers-fan di lunga data, come lo è il sottoscritto, NBA 2K17 è un’edizione molto particolare della lodatissima e rodatissima serie di Visual Concepts. Avviare una partita veloce, passare la palla alla guardia titolare e non ritrovarsi il Black Mamba, pronto a spedirla sul fondo della retina in qualsiasi modo, da qualsiasi posizione del campo, è straniante, traumatico, annichilente.

Il quintetto di imberbi e giovani speranze, dei Giallo-Viola dell’oggi e del domani, ci mettono certamente dell’impegno. D’Angelo Russell è un discreto passatore, piuttosto affidabile dall’arco. Jordan Clarkson offensivamente è un buon jolly. Julius Randle è un torello, a suo agio nell’elargire sportellate sotto canestro. Poi c’è il rookie, Brandon Ingram, il magrolino che ricorda Kevin Durant, con tanto da dimostrare essendo stato scelto addirittura con la pick numero due agli scorsi draft. Non manca l’esperienza ad inspessire il roster, giocatori come Luol Deng, difensore tutto d’un pezzo, e Timofe...