La Guerra dei Mondi, Signs, Oblivion, Ultimatum alla Terra e, naturalmente,Limbo e Inside. Le fonti d’ispirazione di Orphan sono molteplici, facilmente individuabili, tutt’altro che celate all’occhio dell’esperto di fantascienza e platform 2D indie. Non è una tirata d’orecchi allo sviluppatore del gioco, Windy Hill, uomo solo al comando, quanto un plauso, prima tra le molte lodi che si merita la sua intrigantissima creatura, capace di arroccarsi attorno ad un plot di per sé poco originale, ma sviluppato e raccontato con estrema efficacia.

Dell’invasione della Terra da parte di una razza aliena ostile e della conseguente fine dell’umanità,ne verrete a conoscenza a cose fatte, all’interno di un gigantesco vascello spaziale geostazionario, vestendo le fattezze di un bambino letteralmente ricostruito da extraterrestri apparentemente amichevoli, utilizzando resti di DNA raccolti sul pianeta stesso.

Orphan screenshot

L’assenza di una mappa farà sì che in un paio di occasioni smarrirete la strada

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