È sempre molto difficile introdurre un gioco sulla bocca di tutti e cosi lungamente atteso, specialmente se si tratta di un titolo come Overwatch. È un titolo che ha il sapore di evento per vari motivi; perché è la prima vera IP che Blizzard lancia sul mercato da quasi 20 anni, se non si considerano quelle fortemente incentrate sul lore delle vecchie glorie, come Hearthstone e Heroes of the Storm, perché è il primo tentativo della colosso di Irvine nell’iperaffollato campo degli shooter, perché la lunga marcia di avvicinamento al lancio è stata accompagnata da una martellante campagna promozionale fatta anche di contenuti cross-mediali come fumetti e corti animati che dal mese di marzo stanno arricchendo l’universo narrativo del titolo, e perché in definitiva di Overwatch si parla (e si gioca, considerando la lunga closed beta) da anni. Ma con Blizzard al timone non si deve mai dare nulla per scontato, e poche ore con l’hero shooter e con i suoi eroi bastano a sorprendere, a rimescolar...