Inevitabile, per chi si è gustato la versione per Wii U, l’iniziale straniamento, la raggelante delusione, sconfortante e annichilente, nel non essere accolti da quella tiepida brezza, rassicurante ed avvolgente, spirata e ispirata da un art design soffice, colorato, tutto da attorcigliare, toccare, stringere tra le mani.

Yoshi’s Woolly World, maestosa produzione di cui abbiamo parlato benissimo nel giugno del 2015, nel pieno rispetto della tradizione inaugurata da Nintendo, impartì la solita lezione di game design a fan e addetti ai lavori, ma fu con la sua ammaliante grafica che si fece spazio nei cuori dei videogiocatori che gli diedero una chance, avvicinandosi, anche da questo punto di vista, al padre spirituale di questo platform bidimensionale, il mai troppo lodato Super Mario World 2: Yoshi’s Island, anch’esso caratterizzato da uno stile inconfondibile che ha segnato un’epoca, oltre che l’infanzia e l’adolescenza di una generazione di appassionati.

Su Nintendo 3DS