A suggerire il termine dei convenevoli e l’inizio della nostra “avventura”, virgolette d’obbligo, un indefinibile e sospetto brusio di sottofondo. Nessun altro indizio né spiegazione, tanto più che ciò che si proietta sul display è la stessa schermata che ci ha accolti all’avvio del software. Il menù principale, con le sue sparute voci e la grafica accattivante, sembra celare un caricamento o una scena d’intermezzo che, in realtà, non esiste affatto. Un tocco annoiato sul mouse, non fosse altro per essere certi di non essere immediatamente incappati in qualche fastidioso bug, svela l’espediente, il trucco che cela il motivo di tanto baccano e agitazione tutt’intorno a noi.

Sulle prime sembra quasi di trovarsi nella trasposizione digitale di Birdman, pregevole ma imperfetto lungometraggio di quel genio che risponde al nome di Alejandro González Iñárritu. L’orchestra che accorda gli strumenti, il rumore prodotto da oggetti pesanti che vengono spostati, la parlantina di un direttore che s...