The Dark Pictures Anthology: Little Hope, fa paura, ma anche ridere | Recensione

Se state pensando al bellissimo Until Dawn, c’è una brutta notizia per voi. Se il team di sviluppo è lo stesso della produzione Sony, gli ormai esperti Supermassive Games nel dare vita ad avventure story driven di stampo horror, il risultato finale non può dirsi ugualmente aggraziato e piacevole, mortificato da diverse cadute di stile proprio sul piano della narrazione.

Del resto, se decidi di creare un’avventura grafica dove l’interazione del videogiocatore è di per sé minima, per quanto influente, come vedremo, sul proseguo della vicenda, è fondamentale che la sceneggiatura funzioni dall’inizio alla fine, o che quantomeno si sforzi di dare vita ad un plot interessante o sufficientemente articolato da creare un contesto quantomai credibile.

Secondo capitolo di una saga antologica, un po’ come lo era The Twilight Zone, serie TV la cui prima stagione fu mandata in onda nel 1959, evidente fonte d’ispirazione...