The Last of Us Parte II soffre di un incolmabile svantaggio rispetto all’illustre prequel. Non è più il primo, ovviamente non è il solo. Uncharted, sempre per restare in casa Naughty Dog, aveva già spianato la strada a produzioni spiccatamente cinematografiche, incentrate sulla qualità della narrazione, dove si cercava in tutti i modi di rendere giustizia a protagonisti sfaccettati e mossi da animazioni, soprattutto facciali, quanto più fotorealistiche possibile. Eppure lo step evolutivo rappresentato dall’avventura di Joel e Ellie ha riscritto le pagine di storia del medium, finendo per fagocitare, e quindi celare, le pur facilmente ravvisabili piccole sbavature ludiche della produzione Sony.

Il diretto sequel, per forza di cose, non poteva far altro che tentare di alzare ulteriormente l’asticella, nell’implicita consapevolezza che non avrebbe potuto eguagliare in alcun modo l’impatto emotivo scaturito dal prologo dell’originale, né sorprendere con meccaniche particolarmente innovativ...