Se sia stato per un peccato di superbia o semplicemente per la genuina ed entusiasta volontà di impreziosire quanto il più possibile la struttura di gioco della propria produzione non ci è dato saperlo, ma è un peccato enorme che The Messenger, opera prima di Sabotage Studio, inciampi a circa due terzi dell’avventura, dopo una corsa bellissima. Non un incidente disastroso, ma un cambio di registro che al posto di valorizzare l’ultimo segmento dell’esperienza di gioco lo rende meno godibile e divertente dei precedenti. Una lezione per coloro che ancora pensano che un metroidvania sia, in partenza, più bello di un gioco la cui progressione è scandita da livelli. Senza un level design adeguato, e per adeguato si intende intelligente, ramificato, coerente, ciò semplicemente non è possibile.

È come un action platform ispirato nel gameplay così come nell’estetica ai grandi classici dell’epoca 8 bit che The Messenger parte, narrando la singolare storia di un ninj...