Per capire quanta cura Greg Lobanov abbia riposto nella realizzazione di Wandersong basta guardare un piccolo dettaglio, il volto del protagonista del gioco, un allegro bardo, un fiore di speranza e un baluardo di (quasi) incrollabile convinzione: un faccino tondo, con due occhioni neri e una bocca appena accennata, ma capace di esprimere in maniera credibile e incredibile i sentimenti del buffo personaggio, che nella maggior parte dei casi sono anche quelli del giocatore, in uno qualunque dei tanti, tantissimi momenti emozionanti che la produzione custodisce. Basta una piccola curvatura della bocca, gli occhi che si chiudono appena o si fanno piccoli, e l’ammiccamento o anche il cazzottone emotivo arrivano al giocatore. Wandersong è infatti un gioco fatto col cuore e che parla al cuore, nonostante il suo aspetto allegro e scanzonato trova in un pubblico maturo la sua ideale destinazione.

Il bardo è l’eroe, o meglio vorrebbe essere l’eroe, visto che ha la volontà, ma ...