Come abbiamo già lasciato intendere nella nostra recensione, con il remake di Resident Evil 3 bisogna innanzitutto affrontare e risolvere un problema interpretativo. Mai come in questo caso, difatti, è fondamentale pesare e valutare le proprie aspettative prima di impugnare il pad, sospendendo il giudizio fintantoché nella propria mente si rincorrono i ricordi, opportunamente edulcorati dall’inevitabile effetto nostalgia.

L’errore ontologico che ha colpito molti fan e addetti ai lavori, difatti, è proprio quello di giudicare la produzione Capcom più per ciò che avrebbe dovuto essere, che per ciò che è realmente. Del resto, se persino Final Fantasy VII si è concesso il lusso di cambiare pelle, perché non avrebbe dovuto farlo un survival horror di vent’anni fa?

Il precedente che certamente ha influenzato ogni stima, ha il nome e il cognome di Resident Evil 2, remake certamente più brillante, indiscutibilmente più in sintonia con il classico a cui si rifà.

Il discriminante, in questo sens...