Il primo maggio scorso, in occasione dell’apertura di Expo 2015, le proteste di Milano degenerano e il centro della città viene devastato da una parte dei manifestanti. Il racconto dei fatti di quella giornata si declina secondo punti di vista e prospettive politiche differenti. Tre giorni più tardi, sulla scia dell’indignazione generale, La Repubblica dedica un articolo a Riot, gioco di Leonard Menchiari presentato nel lontano 2013 – anche allo Svilupparty di Bologna – e tuttora in lavorazione. “Molotov e barricate come a Milano: esce Riot, il videogame per impersonare i black bloc”, titola La Repubblica. Successivamente il titolo si trasforma: “Molotov e barricate come a Milano: esce Riot, il videogame degli scontri di piazza”. Nell’articolo si parla a grandi linee del progetto. Riot è un simulatore di rivolte, ma non sono rivolte immaginarie, sono rivolte vere. Dalle proteste del movimento No Tav in Italia agli scontri nella discarica di Keratea in Grecia, dagli
Abbiamo scambiato due chiacchiere con Leonard Menchiari, autore di Riot, il controverso simulatore di rivolte
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