C’è un dettaglio che si rischia di sottovalutare, sottostimare, sminuire: Gallowmere era, e dovrebbe sempre essere, un regno incantato avvolto ed immerso in un’oscurità impenetrabile, persistente, accessibile solo a patto di avere il coraggio di avvicinarsi quel tanto che basta per spostare il muro dell’invisibile qualche passo più in là.

La nebbia di Silent Hill, l’opprimente foschia di The Legend of Zelda: Twilight Princess sono limiti tecnologici divenuti, a forza o meno, agenti estetici, elementi caratteristici che hanno influenzato e determinato la percezione e la fruizione di entrambe le opere, tanto più uniche e caratteristiche, quanto più hanno saputo fare di necessità virtù. Il difetto che diventa arte insomma, come lo strabismo, detto non a caso “di Venere”, per certe donne.

MediEvil Resurrection

Già su PSP siamo stati testimoni di un remake dell’originale. Parliamo del non ispiratissimo MediEvil Resurrection

Il primo impatto con il remake di MediEvil, precoce e maturato a seguito della visione de...