In questi giorni, l’avrete letto sicuramente, abbiamo recensito Dead or Alive 6. Se non avete ancora letto la nostra analisi potete raggiungerla facilmente a questo indirizzo, il cui verdetto è che si tratta di un buon esponente della serie, anche al netto delle molte perplessità che riguardano, principalmente, i contenuti di gioco. Ma stavolta vogliamo soffermarci su ciò che il gioco rappresenta riguardo la figura femminile, la donna nei videogiochi. Per anni, infatti, la saga è stata tra quelle produzioni videoludiche tacciate di promuovere una versione eccessivamente stereotipata e caricaturale della donna, al limite (e per qualcuno anche oltre) del sessismo, della misoginia e di tutto ciò che riguarda in generale la mercificazione della donna.

Non ci sentiamo affatto di dare torto a chi ha mosso queste accuse per anni. Dead or Alive ha costruito il franchise anche intorno alla bellezza delle proprie protagoniste, arrivando addirittura alla serie spin-off Xtreme Beach Volleyball