In una breve intervista rilasciata a IGN, Reedus ha rivelato questa inusuale scelta soffermandosi sulle ragioni che le stanno dietro, almeno per quella che è la visione di Kojima. Il game designer giapponese, infatti, ha voluto inserire nel corso dello sviluppo del gioco degli elementi che facessero sì che il giocatore si sentisse più in sintonia con Norman Reedus (il vero Norman Reedus) che con Sam Bridges, l’uomo al quale dà le fattezze in Death Stranding.
Sembra una cosa difficile da spiegare e in effetti lo sarebbe se il popolare attore non avesse offerto degli esempi di tale importazione. Parlando del lavoro in sede di motion capture, ha infatti spiegato: “ogni volta che facevo qualcosa, come grattarmi la testa, o sbadigliare, [Kojima] mi chiedeva di farlo ancora”. Di conseguenza, molte delle cose che vedremo fare a Sam sullo schermo saranno tratti della sua personalità, presi di peso dai comportamenti veri e propri di Reedus, in maniera che il giocatore possa relazionarsi con un personaggio quanto più naturale possibile. Reedus ha parlato nell’intervista di alcuni easter egg e di azioni nel gioco che saranno “molto da Norman”: starà ai suoi fan più incalliti svelarli.
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Fonte: Push Square
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