Videogiochi e violenza è un binomio che nel corso degli anni si è costituito più e più volte, molto spesso per sottolineare la pericolosità del medium, autentico capro espiatorio tirato in ballo, in certe occasioni, da parte dell’opinione pubblica in concomitanza con cruenti ed efferati omicidi da parte di persone generalmente giovani.

I dibatti sul tema si sono sprecati, con buona parte del mondo accademico e scientifico diviso sulla questione. Se non sono mai mancati politici e giornalisti pronti a cavalcare l’argomento con un certo grado di pregiudizio alle spalle, l’APA (American Psychological Association) ha sempre cercato di fornire in merito una risposta comprovata da studi, analisi ed esperimenti.

Proprio in questi giorni l’associazione è tornata ad esprimersi in merito, aggiornando le posizioni già palesate nell’ormai lontano 2015. Il quadro che ne esce fuori è il sostanziale scagionamento dei videogiochi per quanto riguarda eventuali ripercussioni sulla psiche dei suoi fruitori.

Si legge dal documento, difatti, che:

Non c’è evidenza scientifica per sostenere un legame tra videogiochi e violenza, tra videogiochi violenti e comportamenti violenti. Attribuire comportamenti violenti alla fruizione di videogiochi non è scientificamente valido e distoglie l’attenzione da altri fattori, come un passato di violenza, che sappiamo dalla ricerca è uno dei principali indicatori della violenza futura.

Ci auguriamo che negli eventi futuri di cronaca nera, la stampa e i personaggi di spicco della nostra società possano tenere in considerazione questi risultati scientifici, evitando, per una volta, di cedere alla tentazione di tirare in ballo i videogiochi, solo per assicurarsi facilmente la luce dei riflettori.

 

Fonte: APA